5 (+1) tipi di blogger…dietro i banchi di scuola!

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I compiti in classe, i sussidiari plastificati, i diari pieni di dediche e aforismi, le gite (sempre a Pompei) e le ricreazioni in cortile: gli anni stanno passando e i ricordi della scuola iniziano a coprirsi di qualche strato di polvere, ma ogni volta che arriviamo a metà Settembre, sembra di tornare indietro nel tempo.

Il magone della domenica prima dell’inizio di un nuovo anno è un ricordo ancora piuttosto vivo, nonostante sia quasi arrivata ai trenta; non si è fatto mancare nemmeno stavolta ed è così che sono tornati alla mente i primi giorni di scuola, le facce dei vari compagni e non solo.
Mi sono resa conto, infatti, che  in ogni classe di cui ho fatto parte, ho sempre trovato le stesse categorie di persone e, la mia solita “deformazione blogghesca” ha fatto sì che mi facessi una domanda: se anche noi blogger tornassimo dietro i banchi di scuola, chi saremmo? Chi sarebbe il secchione e chi il “bravo, ma che non si applica”?

scuola bus web road

Saliamo su questo speciale scuolabus che ci porterà indietro nel tempo, per scoprire insieme 5 tipi di blogger (+1 incursore) dietro i banchi di scuola…ma visto che siamo cresciuti, prendiamo anche in prestito la penna rossa dalla maestra per segnare gli errori da correggere e indicare la strada per migliorare!

• Il secchione

Non è necessariamente il più bravo di tutti, ma CREDE di esserlo: è quello che ti guarda con aria saccente, pensa di avere sempre ragione e non ammette punti di vista diversi dal suo.
Passa ore ed ore sui libri in isolamento sociale non perché sia timido (e su questo punto torneremo dopo), ma perché non ne vuole proprio sapere di condividere con te ciò che sa: lui vuole essere il primo in tutto e tu sei solo un ostacolo.
In una sola parola: antipaticissimo.

✓ Il blogger secchione
La vita del blogger secchione non può che essere breve: essere blogger vuol dire ascoltare e condividere, non c’è spazio per presunzione ed egoismo…ma a lui, tutto questo, non è ancora molto chiaro.
Per lui il blogging è pura competizione e se ne sta a scrivere (magari con un linguaggio tutt’altro che amichevole e spontaneo), senza interessarsi ad interagire con gli altri o a riconoscere il talento altrove; il buon blogger, invece, legge e dà visibilità ai buoni contenuti scritti da altri, è disponibile al dialogo e al confronto, sa ammettere i propri errori e accetta le critiche costruttive, dà consigli e non si vergogna nel chiederli.

✓ Penna rossa
Hai presente quando la maestra ci chiedeva di scrivere più volte una parola per imparare a farlo correttamente?
Ecco, umiltà è la parola che il “secchione” dovrebbe ripetere su ogni pagina del suo diario, prendendo consapevolezza che gli altri sono una risorsa e non un ostacolo, che i piccoli fallimenti esistono e bisogna saperli affrontare e che di imparare non si smette proprio mai.
Ricordiamoci sempre che da soli si può camminare per un po’, ma insieme agli altri si può salire in alto.

• Il leader

In ogni classe ce n’è uno: una calamita relazionale che attira a sé amici e ragazze/i, un punto di riferimento per tutto il gruppo, quello da ammirare e impossibile da odiare, finché non diventa così popolare da generare invidie negli immancabili “rosiconi”.
Ha un’influenza forte sugli altri, è conosciuto da tutti (e conosce tutti), dà vita a discussioni coinvolgenti e la sua opinione è sempre fondamentale: in poche parole, è il carisma in persona e tutti lo seguono.

FollowTheLeader

✓ Il blogger leader
In rete si parla di influencer, ma la sostanza non cambia: l’influencer è un leader, è colui che grazie alle proprie attività in rete ha creato un brand personale talmente forte da essere ritenuto un punto di riferimento dalla sua nicchia, autorevole e credibile (e spesso oggetto di invidie, ma questo è il web).
C’è una differenza, però, rispetto a ciò che accadeva in classe con quel tipetto carismatico ed amato da tutti: se leader si nasce, influencer si diventa.
Il carisma, infatti, resta senza dubbio una
 qualità importante, ma per creare un’identità solida in rete deve essere supportato da tanto lavoro ed impegno, senza improvvisazioni.

✓ Penna rossa
Il percorso per diventare influencer è lungo, ma una volta arrivati ad esserlo il “compito” da svolgere è…non sentirsi arrivati.
Il vero influencer non sta su un piedistallo, non smette mai di coinvolgere il suo pubblico e di conoscere nuove persone, cura costantemente la qualità dei suoi contenuti (anche se visualizzazioni e condivisioni sarebbero lo stesso garantite), dà consigli agli esordienti e fa percepire la sua vicinanza: nessuno nasce influencer, quindi mai dimenticare da dove si è partiti.

• Il copione

Ok, la sbirciatina al foglio del compagno durante un compito in classe l’abbiamo data tutti (e più di una volta), ma c’era anche chi non aveva ritegno e ogni mattina si presentava al tuo banco per copiare i compiti che, puntualmente, non era riuscito a fare il giorno prima: per lui lo studio era diventato quasi superfluo,  tanto da farti sentire un po’ “bischero” (come si direbbe dalle mie parti), ma tu restavi zitto e lo lasciavi fare, forte della tua coscienza pulita di studente.

✓ Il blogger copione
Anche se abbiamo abbandonato da anni formule matematiche, canti di Dante o versioni di latino, l’arte del copiare non è certo rimasta sui banchi di scuola, ma ha fatto un balzo nella rete.
E non capisco proprio perché. Una delle cose più belle nel blogging è portare se stessi e la propria storia nelle parole e nello stile, “far parlare” i propri post usando la propria voce.
I blogger copioni, invece, sono tanti (anche a me è capitato di scovarne qualcuno qua e là), ma ti posso assicurare che i lettori capiranno sempre dove sta di casa l’autenticità.

✓ Penna rossa
Se dovessimo rifare l’esercizio della parola da ripetere, in questo caso sarebbe senza dubbio originalità.
Lascia la carta carbone alle ore di arte o di educazione tecnica: tu non devi essere un’imitazione, ma un’opera unica.
Osserva sempre ed impara dai grandi, ma trova la tua strada: la tua credibilità è legata anche all‘unicità della tua voce e alla tua trasparenza, quindi non tradire mai i tuoi lettori dando qualcosa che non sei.

• Il “bravo che non si applica”

Tua madre si è mai sentita dire “Suo figlio è intelligente, ma non si applica”?
Ecco, come immaginavo…vedo già qualche mano alzata! 😉
Quella è la classica frase consolatoria destinata ai poveri ragazzi che rasentano sempre la sufficienza perché svogliati e poco motivati, ma che avrebbero tutte le carte in regola per migliorare.

✓ Il blogger che non si applica
Anche in rete ci sono i “bravi che non si applicano”, ovvero blogger con le idee un po’ confuse, ma pieni di potenzialità da esprimere.
Non applicarsi significa non impegnarsi a sufficienza nel proprio progetto, dedicarvisi sporadicamente per mancanza di motivazione e stimoli e non cogliere alcuni dei principi chiave dell’essere un (futuro) blogger di successo.

✓ Penna rossa
Se vuoi affermarti e diventare un punto di riferimento per la tua nicchia, devi lavorare sodo, restare sempre aggiornato e scrivere con regolarità: è costanza la parola da ripetere sul tuo diario.
Obiettivi chiari, scalette per organizzare gli articoli e piani editoriali possono venirti in aiuto (oltre a tanto caffè e vitamine! 🙂 ) , ma l’unico vero motore è la passione: se questa manca, devi riflettere molto bene sulla strada che hai deciso di percorrere e eventualmente sceglierne un’altra capace di coinvolgerti davvero.
Se invece senti di aver bisogno solo di uno stimolo per sbloccarti, spero di venirti in aiuto con la formula spiaggia.

• Il timido

In una classe c’è sempre un ragazzino che se ne sta in un angolo, che mangia il suo panino durante la ricreazione senza mai alzare lo sguardo, che disegna o scrive continuamente qualcosa e arrossisce appena gli si avvicina qualcuno…ma è nel momento in cui ci parli che puoi scoprire quanto affascinante sia il suo mondo nascosto.
Spesso viene anche chiamato “sfigato” (da quelli che sfigati lo sono davvero), mentre di solito in lui si nasconde un autentico genio o un artista; uscito dal girone infernale di medie e superiori, prenderà sicurezza e il futuro gli darà finalmente ragione.

✓ Il blogger timido
Il blogger timido non riesce ad affermarsi: nonostante la mente brillante, la sua creatività e le buone intenzioni del suo progetto, la voce è flebile e fatica a farsi sentire.
Spesso succede perché non usa i social media nel modo giusto, non si rende visibile e non ha ancora colto le potenzialità offerte dalle relazioni costruite con altri blogger…ma oltre alla rete c’è di più, quindi riprendiamo in mano la penna rossa…

✓ Penna rossa
“Se non esci da te stesso, non puoi sapere chi sei”: le parole di Saramago sono ciò di cui ha bisogno, caro blogger timido (e te lo sta dando una timida nella vita, quindi ti puoi fidare!).
Sfida te stesso e mettiti in gioco seguendo il consiglio dato anche da Riccardo Scandellari nel suo “Fai di te stesso un brand”: “se vuoi costruire relazioni significative dovrai obbligatoriamente passare per la conoscenza nel modo più tradizionale del termine. Partecipare ad eventi di settore è un buon modo di partire”.
Abbattere i confini tra reale e digitale, infatti, può essere una splendida occasione per rafforzare i rapporti e aumentare la tua visibilità: una volta iniziato a farlo, vedrai che la strada potrà solo essere in discesa.

• Il teppista (+1)

Chiudo questa carrellata con lui: il teppista.
Ebbene sì, non manca mai in una classe e 
non sto parlando di chi fa qualche scherzo innocente, ma di quelli che per attirare l’attenzione o per semplice noia, amano provocare chiunque e a volte mettono nei guai l’intera classe con le azioni più varie, come bruciare registri (fatto realmente accaduto e che è costata una gita, appunto).

 

✓ Il teppista in rete
In realtà non sto parlando di un blogger (da qui il +1), ma di una tipologia di persona in rete contro la quale si può imbattere un blogger, soprattutto se ha raggiunto una certa popolarità: il troll.
Il troll, infatti, prova l’incontenibile e costante bisogno di irritare e provocare discussioni ovunque, sui social, nei forum o, appunto, lasciando commenti nei blog altrui.
Perché lo fa? Esattamente per le stesse ragioni che spingono un ragazzino a tormentare i compagni: voglia di attenzioni, noia, ma soprattutto un profondo senso di insicurezza.
Come combatterlo? Anche se istintivamente avresti voglia di rispondergli a tono, così facendo cadresti nella sua trappola e non riusciresti più a fermarlo: tu mantieni la calma, conta fino a mille o immagina di essere su un’amaca in una spiaggia caraibica e sii indifferente.

✓ Penna rossa
Se sei uno di loro, più che penna rossa ci sarebbe bisogno di un cartellino rosso: quello dell’espulsione.
Fidati, cambia strada: sicuramente anche tu hai un talento in qualcosa e allora inizia a lavorare su quello e attira l’attenzione per quello che sai fare, non per cosa distruggi.


Sta per suonare la campanella, ma prima di uscire dalla classe per la ricreazione lasciami il tuo pensiero: hai riconosciuto qualche blogger in una di queste categorie? Ti va di aggiungerne un’altra?

Ti aspetto nei commenti! 😉

Alessandra Toni

Ciao, sono Alessandra, ma chiamami Ale. Sono una redattrice editoriale, da sempre appassionata di storie e parole. Per anni ho scritto di web writing e comunicazione, oggi parlo di libri ed editoria con il nuovo percorso WeBook Road.

7 Comments

  1. Ciao Ale,
    Spettacolare questo tuo post, per un attimo mi hai fatto tornare tra i banchi!
    Secondo me hai ragione: le personalità che hai individuato sono quelle, e proprio come a scuola, anche nella vita da blogger non si smette mai di imparare!
    A presto, e complimenti anche per la “nuova casa” 😀
    Simone

    • Ciao Simone,
      grazie di cuore per queste belle parole! 🙂

      Eh sì, anch’io scrivendolo ho vissuto più di un flashback (e non sempre positivo!) e credo che ci siano ancora tante altre categorie tra i banchi di scuola associabili ai blogger!

      Ti piace la mia nuova “casetta”? 🙂 In realtà ci sarebbero ancora vari lavoretti da fare qua e là, ma presto sarà davvero pronta!

      A presto Simone e grazie ancora per questo tuo bel commento! 🙂

  2. Bella la tua casetta, Alessandra, e grazie per questo tuo post che anche a me ha fatto tornare indietro e una volta di più mi ha messo di fronte alla domanda “e io che tipo sono?”. Credo di averlo scritto: la timidezza ha la meglio sul resto, non demordo, ci sto lavorando 🙂

    • Ciao Gloria,
      innanzitutto sono felice che ti piaccia la mia nuova casetta: ci sono ancora delle pareti alle quali dare una seconda mano di colore o qualche mobile fuori posto, ma spero di finire al più presto tutti i lavoretti per renderla più accogliente! 😉

      Era proprio questa l’intenzione del post, Gloria: spingere ognuno di noi a ritrovare qualcosa di se stesso in almeno una delle categorie…e ti confesso che condivido con te lo stesso risultato di questo piccolo gioco “introspettivo”, perché anche in me prevale spesso la parte timida, ma…work in progress! 😉

      Grazie mille per il tuo bel commento, Gloria…a presto!!

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