Basta un poco di SEO…e l’articolo va su!

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Google.
Il nostro amico da consultare ogni giorno e a cui affidarci per richieste e idee, ma anche la nostra insidiosa spina nel fianco…anzi, nella mente di chi scrive sul web.

homer seo copywriting

Una presenza fissa tra autori e lettori, che ha modificato per sempre il modo di raccontare ciò che ci circonda.
Oggi, infatti, chiunque può diventare creatore di contenuti, ma oltre alle doti di osservatore e mediatore della realtà, deve saper lottare.

Lottare per la visibilità.

E il motivo è più che ovvio: se siamo nel mezzo di una folla, con centinaia e centinaia di persone attorno a noi, sarà più difficile far sentire la nostra voce.

L’unica possibilità a disposizione sarà riuscire a “ottimizzare” la nostra presenza e “posizionarci” più in alto rispetto agli altri.
Prendere uno sgabello, salire su una scala. Guardare gli altri che continuano ad urlare, mentre il pubblico osserva solo noi.

Come salire su quello sgabello e rendersi visibili? Come scrivere per il web?

È stato questo l’argomento affrontato da Marco Quadrella durante due webinars della prima Settimana della Formazione organizzata da GT Masterclub e che hanno affrontato le difficoltà nello scrivere contenuti sul web (con riferimento particolare al giornalismo) superabili più facilmente grazie alla conoscenza della SEO.

Per chi fosse totalmente a digiuno di queste tre lettere affiancate una all’altra, cos’è sinteticamente la SEO?

È l’acronimo di Search Engine Optimization e consiste in quell’insieme di tecniche che permettono ad una pagina web di essere visibile nelle SERP (ovvero nei risultati ottenuti dal motore di ricerca dopo aver inserito una query).

seo copywriting

In poche parole, la SEO studia come far trovare ad un utente ciò che stava cercando sul motore di ricerca (e per averne una visione più completa, ti consiglio questo post di Andrea Pernici).

Perché parlare di SEO e notizie? Perché le news, oggi, vivono sul web.

La crisi dell’editoria e dei quotidiani cartacei è cosa nota e un recente studio della Reuters Institute ha confermato la forza sempre crescente dell’informazione online: secondo questa ricerca, l’86% degli italiani accede alle news ogni giorno e di questi ben l’80% lo fa su Internet, superando televisione (74%), stampa (59%) e radio (34%).

Ogni giornalista o blogger, quindi, non più più ignorare le regole in materia di visibilità di contenuti e la SEO viene così in soccorso, studiando le interazioni tra articoli, lettori e Google.

Non si tratta, però, di possedere grandi conoscenze tecniche o di avvalersi di qualche esperto SEO (indispensabile, però, se siete un brand): si tratta di applicare poche e semplici regole, ma soprattutto di usare quell’arma che teoricamente un buon osservatore della realtà dovrebbe sempre possedere.

Il buon senso.

Non lasciamo che l’ansia da visibilità snaturi la nostra scrittura: essere spontanei e creare contenuti di qualità sono i primi comandamenti da seguire nel web.

Come ha evidenziato anche Beatrice Niciarelli durante il Gt Study Day di Bologna, “prima viene il lettore, poi il motore“.

• Scrivere…ma su cosa?

Partiamo da questa domanda.

Ognuno ha il proprio metodo per rintracciare le news più importanti e fresche del proprio settore, ma ecco sintetizzati da Quadrella gli strumenti fondamentali, ognuno con un preciso scopo:

1) Feed reader … per scoprire novità dalle nostre fonti di fiducia

Leggendo articoli scritti da autori che riteniamo autorevoli, possiamo trarre grande ispirazione e per questo creare una raccolta personalizzata di siti e blog è un passo fondamentale per chiunque voglia scrivere: il miglior aggregatore di notizie è sicuramente Feedly  che ti invito a scoprire qualora non lo stia ancora utilizzando.

Non lo abbandonerai più.

feedly logo

2) Buzzsumo e Topsy … per scovare news dai social media

I social sono veicolo di notizie, dibattiti, confronti su tematiche e personaggi e quindi come non sfruttare le loro potenzialità?

Buzzsumo è uno strumento utilissimo che ci permette di trovare velocemente gli articoli più condivisi sui social media riguardo ad un certo argomento.

Qui, per esempio ho cercato gli articoli di maggior successo sul “seo copywriting” ed ecco cosa compare:

buzzsumo

Sulla sinistra puoi filtrare i risultati sia per tipo di contenuto (articolo, infografica, video, ecc…), sia per data di pubblicazione; puoi inoltre scegliere se visualizzare i Top Content o gli Influencers di quello specifico settore.

Sulla destra, invece, abbiamo una panoramica di tutte le condivisioni ricevute da un contenuto su ogni social, in modo da scovare le news ritenute più interessanti dal pubblico.

Buzzsumo è anche un grande strumento per monitorare il successo dei nostri articoli: inserendo il dominio del sito nella barra di ricerca, posso visualizzare i post di maggior successo sui social e conoscere gli influencers che li hanno condivisi.

Topsy è un altro grande strumento, specifico per Twitter, che permette di scoprire discussioni, articoli, news ed influencer sul social cinguettante, partendo da un topic o da un account.

topsy

Le funzionalità sono moltissime e vanno dalla ricerca di idee per creare nuovi contenuti al monitoraggio dei tweet e degli articoli pubblicati sul nostro sito e condivisi da altri utenti: per mostrarti tutte le sue funzioni, però, lascio lo spazio alla bravissima Valentina Lepore che ce le spiega con grande chiarezza in questo suo post.

3) Mention e Google Alert … per monitorare un topic o la nostra reputazione

Google Alert lo conosciamo bene: creando un avviso, con la frequenza da noi impostata, riceveremo sulla nostra casella Gmail un’anteprima di articoli relativa ad una query di ricerca.

Esiste una piattaforma, però, che va oltre i Google Alerts, proprio come promesso dalla sua home page: si tratta di Mention.

mention social network

Impostando un alert, Mention è capace di monitorare in tempo reale milioni di fonti (social, blog, forum, ecc…) per trovare velocemente articoli su un argomento; permette, inoltre, di monitorare la nostra reputazione ed essere avvisati ogni volta che veniamo menzionati da qualcuno in modo da rispondergli con la stessa velocità, direttamente dalla piattaforma (molto utile non solo per i brand, ma anche per chi scrive sul web e vuole conoscere le opinioni dei lettori).

mention

Una volta iscritti su Mention riceverete sulla vostra casella di posta alcune mail con dei consigli per trarre il massimo da ogni sua funzione.

4) Google Trends e Google News … per ascoltare le tendenze

Saper intercettare cosa cercano, vogliono gli utenti del web è importantissimo per proporre articoli che sappiano rispondere ai loro interessi.

Da una parte Google News serve a monitorare la copertura in tempo reale di una certo argomento ed avere continui aggiornamenti (oltre a trovare quei buchi di notizia da riempire); dall’altra Google Trends permette di conoscere quello che le persone stanno maggiormente cercando sul web, con la possibilità di filtrare i risultati per categoria, area geografica e arco temporale.

Aggiungo un altro strumento molto utile a quelli presentati da Quadrella: le Twitter lists.

twitter lists

Se hai una passione specifica, che siano i libri, la musica o il web, puoi riunire in unico stream gli account più interessanti che trattano di quell’argomento: una soluzione utilissima per non perdere gli aggiornamenti dai nostri blog preferiti, dalle fonti ufficiali e per favorire la conversazione tra utenti.

Io, ad esempio, ho costruito una lista con i migliori blog e siti che trattano di web writing, social media marketing e blogging e ti posso assicurare che è per me un grande punto di riferimento.

• Basta un poco di SEO…

Ok, abbiamo deciso di cosa parlare, abbiamo raccolto materiale e siamo pronti per scrivere.

Tenendo sempre a mente la regola fondamentale sottolineata poco fa (prima il lettore poi il motore), esistono delle semplici regole SEO che, se applicate, possono rendere più visibile l’articolo: come recita, infatti, il titolo di questo post “basta un poco di SEO e l’articolo va su!”.

basta un poco di seo e l'articolo va su

Sì, “un poco di SEO“, perché oltre al cercare di addolcire l’argomento per buttare giù la pillola del SEO (e tirare su un articolo), ho deciso di soffermarmi solo su alcuni degli elementi importanti nella scrittura per il web e sui quali si è concentrato lo stesso Quadrella.

Partiamo dal titolo.

♦ Titoli: torte, porte e chiavi.

Guarda le due torte al cioccolato:

 

 

Quale ti attira di più?

Probabilmente avrai risposto “la prima”.
Ciò non significa che l’altra sia meno buona: magari, assaggiandole entrambe, scopriremmo che è migliore la seconda.

Così accade con due titoli, uno vicino all’altro: saremo più tentati a cliccare su quello più accattivante e non su quello anonimo e confuso.

Quando cerchiamo una notizia, infatti, il titolo è la prima cosa che vediamo e che deve invogliarci ad entrare. Ad “addentare” l’articolo.

Quindi…cosa dobbiamo fare per essere scelti dai lettori?

Nel riflettere su questo, mi è venuta in mente una fiaba: quella di Pollicino.
Ecco, ogni nostra azione SEO può essere vista come uno di quei sassolini che Pollicino aveva lasciato dietro di sè andando verso il bosco.
Quel bosco è per noi il web, ricco di alberi e percorsi diversi e solo quei sassolini ci permetteranno di trovare la casa dei nostri lettori…perché noi dobbiamo essere capaci di farci trovare da loro ed essere letti, ma l’unico modo per farlo è arrivare davanti alla loro porta.

Come?

E’ tutta questione di parole. Di parole chiave.
Sì, proprio quella chiave che useremo per entrare nelle case (e nei ricordi) dei lettori.

chiave seo

In fondo, come ha detto lo stesso Quadrella, abbiamo davanti a noi tre possibilità quando scriviamo un titolo: “possiamo scegliere le parole chiave prima di scrivere, scrivere e poi pensare alle parole chiave…oppure scrivere un titolo che nessuno leggerà”.

Verissimo, ma…quali parole dobbiamo scegliere?

Ogni porta ha la sua chiave e noi dobbiamo scegliere quella giusta: la parola che una persona digiterebbe, se cercasse le informazioni contenute nel nostro articolo.

È molto importante sapersi mettere nei suoi panni, entrare nella sua testa…e farsi aiutare anche da qualche utile strumento: Google Trends, Übersuggest, Google AdWords – Keyword Planner e il sempre fedele Suggest (da utilizzare solo dopo essersi sloggati da Google o navigando in anonimo)

copywriting  suggest

A questo punto, dopo aver deciso la chiave per aprire la porta del lettore, dobbiamo iniziare ad usarla. E bene.

Come? Ricordandoci l’inviolabile regola del “prima il lettore, poi il motore”.

Nell’usare le nostre keywords, non dobbiamo abusarne mai, in nessuna parte del nostro articolo.

È importante trovare il giusto equilibrio e non perdere spontaneità, a partire proprio da un titolo non freddo, ma coinvolgente, persuasivo ed originale.

Deve saper parlare al cuore del lettore, fargli capire che stiamo per dirgli qualcosa che non sa e vorrebbe sapere (e magari, poi, condividere con gli altri).

Un titolo inoltre deve avere una certa lunghezza, tra le 40 e le 65 battute (troppo corta o lunga non girerebbe nella toppa, no?) e non limitarsi, se possibile, ad usare solo lettere, ma anche numeriparentesivirgolette e altri segni non convenzionali capaci di attirare l’attenzione e dare sintesi.

Quadrella dà anche altre dritte su come impostare un titolo accattivante: essere spiazzanti diretti (ma ricordandosi che ogni promessa è debito e che l’articolo deve mantenere quella contenuta nel titolo) e servirsi delle cosiddette trigger words, ovvero le parole grilletto che ti spingono immediatamente a cliccare.

Questo farà aumentare il CTR (Click-Through Rate), ovvero la percentuale di clic che riuscirà ad attirare il nostro titolo: si tratta di un indicatore importante, perché si riferisce a quanto il mio articolo sia stato preferito rispetto ad altri su Google, sui social o sul nostro stesso sito.

Purtroppo per molte testate giornalistiche (anche autorevoli) conta solo il CTR e assistiamo così a veri abusi di trigger word esclusivamente per ricevere più clic…ma quante volte, poi, cliccandoci siamo finiti su un sito non all’altezza di quanto promesso?

surprisebox

È esattamente quello che può accadere con due torte, una uscita da un corso di cake design e l’altra fatta in casa da qualcuno alle prime armi: troppa glassa, a volte, non è segno di maggiore bontà.

♦ Non solo titolo: altri sassolini di keywords…

Oltre al titolo (tag h1, in gergo SEO), per ottimizzare l’articolo è importante inserire le keywords anche in altre sue parti: nel tag title (il link alla pagina che compare nella barra in alto del browser e nelle SERP), nel tag description (la descrizione della pagina che compare nelle SERP e rappresenta un’anteprima dei contenuti) e nel testo, distribuendole bene soprattutto all’inizio e alla fine, senza mai eccedere e cadere nel keyword stuffing (punito dall’occhio vigile di Google).

♦ Link, per collegare articoli e persone

Dopo titolo e keywords, parliamo dei link interni ed esterni, altro importantissimo fattore di posizionamento su Google.

Perché dobbiamo farci attenzione?

I link esterni sono i collegamenti che in un articolo facciamo ad altre pagine web (come ho fatto io stessa in questo post) e hanno due importanti funzioni: attribuiscono il giusto merito all’autore originario di un contenuto citato e favoriscono la creazione di nuove relazioni.

È inoltre stato dimostrato che le pagine con link in uscita hanno un posizionamento migliore rispetto alle altre.

Ma attenzione, perché quando scriviamo un articolo, siamo responsabili non solo di quello che diciamo, ma anche di quello che linkiamo e quindi dobbiamo essere certi di collegarci solo a fonti autorevoli: i lettori si fidano di noi, non mettiamo nelle loro mani chiavi che aprono stanze sconosciute.

I link interni collegano, invece, articoli precedenti o sezioni che fanno parte di uno stesso sito.

Perché sono così importanti?

Da una parte permettono una navigazione più completa nel sito e un approfondimento maggiore di una notizia integrando la lettura di un articolo con altri scritti da noi, dall’altra possono aiutare qualche vecchio contenuto a posizionarsi meglio rispetto a prima.

• La carica dei 200

Nonostante tutta l’attenzione per titolo, keywords, links, description, ecc ecc…stare dietro a Google è veramente complicato: come affermato da Quadrella, ogni giorno l’algoritmo di base cambia circa 3 volte e 12 sono gli esperimenti effettuati in media su ogni browser.

Sono inoltre stati contati tutti i fattori considerati da Google per il posizionamento dei siti web e la cifra finale supera i 200.

Numeri da capogiro, ma ecco che lo stesso Quadrella viene in soccorso e ci evidenzia i due principali:

Pertinenza: è fondamentale che il nostro articolo risponda ai bisogni che l’utente ha espresso nella ricerca su Google.

⇒ Autorevolezza: l’autore di un articolo deve essere percepito da Google come autorevole nel trattare quegli argomenti.

Per un buon posizionamento nelle SERP, infatti, è sempre più importante il fattore authorship sul quale incidono i link (di qualità) in entrata nel nostro sito.

Non solo. Per acquistare autorevolezza, la nostra attività social è diventato un elemento fondamentale: una volta scritto un articolo, condividiamolo in modo originale, creiamo ogni giorno legami con altri autori, ascoltiamo e avviamo discussioni.

Facciamoci conoscere.

logo social network

Più conversazione ci sarà attorno ad un nostro articolo, più facilmente scaleremo i risultati di ricerca: le condivisioni e i likes su Facebook, le menzioni su Twitter, i retweet e i le interazioni su Google Plus  sono sassolini che ci porteranno verso nuove case, verso nuove porte.

• Per avere altri cucchiaini di SEO…

Questo articolo ha solo presentato alcuni principi di SEO, ma per approfondirla ti consiglio di annotare un paio di nomi: Comunicare sul Web di Alessandro Scuratti e ovviamente il sito di Giorgio Taverniti (vero guru del settore) dove potrai anche iscrivervi al forum Gt per chiarire ogni dubbio.

Queste ed altre risorse (che troverai alla fine di questo mio post) si riveleranno preziose e ti aiuteranno a scrivere sul web, ma non dimentichiamoci mai che se la SEO è il cervello, le parole che useremo per raggiungere i nostri lettori sono il cuore.

Senza uno o l’altro, non lasceremo sassolini dietro di noi, ma briciole di pane che qualcun altro divorerà.

 

 

Alessandra Toni

Ciao, sono Alessandra, ma chiamami Ale. Sono una redattrice editoriale, da sempre appassionata di storie e parole. Per anni ho scritto di web writing e comunicazione, oggi parlo di libri ed editoria con il nuovo percorso WeBook Road.

37 Comments

  1. Un post spettacolare, Ale! Bravissima, che lavoro! Adesso corro a condividerlo… ovunque!

    E grazie della citazione a “Comunicare sul Web”, sei stata gentile, un caro abbraccio!

    • Wow, grazie mille Alessandro! Felicissima che ti sia piaciuto…la citazione era doverosa, visto che per chi è alle prime armi (e non solo) con la SEO, il tuo sito è uno dei punti di riferimento…grazie ancora e adesso…corro a risponderti ovunque! 😉

    • Ciao Roberto…grazie mille! 🙂
      Come ho scritto qui sotto nel rispondere a Francesco, ci tenevo davvero a fare un post che fosse chiaro per tutti, che prendesse per mano chi sta muovendo i primi passi verso la SEO…perché all’inizio la SEO spaventa, spaventa tanto…
      Io, quando ho iniziato ad avvicinarmici, sono stata fortunata, ho trovato tante mani pronte ad aiutarmi e per questo sono felice di leggere le tue parole (anche perché devo ammettere che avevo una gran paura di aver scritto un post esageratamente lungo!)

      Grazie ancora Roberto e a presto! 🙂

  2. Brava Alessandra, hai realizzato un’ottima guida. Ogni blogger dovrebbe consultarla.

    Hai fornito numerosi contenuti di qualità, esposti in modo chiaro e supportati da immagini valide che rafforzano il concetto.

    • Ciao Francesco…innanzitutto grazie mille! 🙂
      Avendo cominciato a studiare la SEO non molto tempo fa, mi ricordo bene come ci si sente agli inizi, quando si cerca di fare i primi passi in questo intricato (ma affascinante) “SEO World”…ci si sente spaesati, circondati da paroloni e tecniche da applicare, ma per fortuna io avevo trovato molti blog capaci di spiegarmelo, passo dopo passo.
      Ci tenevo, quindi, a scrivere un post che fosse semplice, chiaro per tutti e sono felicissima nel leggere il tuo commento!

      Grazie ancora e a presto, Francesco!

    • Grazie a te, invece, per averlo letto e aver voluto lasciare una tua impressione…sono davvero felice che tu l’abbia trovato chiaro ed utile…grazie ancora…e a presto! 🙂

    • …e io sono felicissima di accoglierti e darti il benvenuto! 🙂
      Grazie davvero per le tue parole…spero allora di rivederti presto sulla Web Road! 😉

    • Ciao Dade e benvenuto! Grazie davvero per questo commento e anche per la condivisione che ho appena visto su Google Plus (dove corro a risponderti!)
      A presto! 🙂

  3. E’ un articolo interessante.
    Io ho creato il mio blog nel 2008 ed allora era molto poco ( terminologia assurda ma che rende bene l’ idea ) visibile. Un giorno trattai l’ argomento “Bollo Auto: se cade in prescrizione non va pagato”. Ebbene… iniziai a ricevere visite, commenti, domande, richieste, complimenti
    ( alle persone alle quali rispondevo ). Così capii che argomenti trattare.

    Ho iniziato a creare contenuti utili sulle tasse, Equitalia, su come affrontarle, quando non si debbono pagare, e la visibilità è arrivata da sola. Da non crederci.

    Premettendo che non ci guadagno un fico secco in denaro, sottolineo che ci guadagno in soddisfazione perché creo un articolo utile a chi legge, a chi cerca info sul web senza conoscere un argomento.

    Per dare il mio contributo ed esperienza personale, direi che la visibilità si accresce con
    – semplicità degli articoli:
    dove il linguaggio non è “terra terra” ma comprensibile anche a chi non è tanto acculturato
    – argomenti trattati di pubblica utilità:
    – non inseguire la visibilità, perché spesse volte, non arriva ciò che insegui ma ciò che non insegui.

    Un salutone!

    • Ciao Daniele,
      innanzitutto ti ringrazio per aver letto il post!
      Sono assolutamente d’accordo con te: il tuo è un esempio di come, ascoltando i bisogni e le richieste del pubblico, si riesca a centrare il proprio obiettivo e a provare quella meravigliosa sensazione di essere utili a qualcuno con i nostri contenuti.
      Sono d’accordo anche con i consigli che hai dato, soprattutto con l’ultimo punto: non essere ossessionati da SEO e visibilità è la migliore ricetta per vivere pienamente la propria vita da blogger .

      Un grande saluto a te e grazie ancora! 🙂

      • Eh certo, l’ ho sperimentato sulla mia pellaccia dura! 😀

        Bisogna solo pubblicare cose utili, linkare qua e là, lasciare che gli altri condividano,
        e proseguire per la propria strada.
        Al massimo buchi na ruota e proseguirai a piedi, ma se è nella natura, è sempre bello!

        Ciao a te Alessandra!

    • Grazie a te Antonia, per questo commento e per i bei complimenti su Twitter: leggere che ho trattato questo argomento con chiarezza e dando utili suggerimenti mi rende davvero felice e ti ringrazio moltissimo…a presto! 🙂

    • Ciao Luke
      grazie mille per i complimenti, sono felice che questo post possa esserti utile! 😉

      Rispondo subito alla tua domanda: le trigger words (“parole grilletto”) sono quelle parole utilizzate nei titoli per catturare immediatamente l’attenzione e spingere i lettori a cliccarci sopra, ad esempio “clamoroso”, “incredibile”, “segretissimo” ecc…
      Sono per lo più usate da testate online e siti di informazione, ma come ho scritto anche nell’articolo, più che usarle, spesso ne abusano esclusivamente per ricevere più click…e magari, una volta entrati nel sito, ti accorgi che ti hanno solo “fregato”! 😉

      Spero di aver chiarito i tuoi dubbi, altrimenti non esitare a chiedere! 😉

    • Curioso, anche a me è arrivata solo adesso la notifica della tua citazione.
      Ti ringrazio e complimenti per il ricco post pieno di risorse e spunti utili 🙂

      • Ciao Andrea e Valentina,
        innanzitutto è un grandissimo piacere avervi qui, benvenuti! 🙂

        Si tratta di un post di qualche mese fa, pubblicato quando ancora mi trovavo su WordPress.com, ma proprio ieri ho pensato di aggiornarlo e modificarlo in alcune parti…sembra strano, ma sarà quindi per questo che avete ricevuto insieme la notifica?

        Vi ringrazio davvero di cuore, non solo per le belle parole, ma anche per l’importante contributo che avete dato a questo post! 😉

        A presto!

  4. Un post davvero impressionante!
    Da quando Google Reader ha chiuso i battenti, anche io ho deciso di utilizzare l’unica alternativa interessante, ovvero feedly; passo molto tempo su Topsy, ma per quanto riguarda gli alert il buon vecchio Google Alert secondo me è proprio imbattibile oltre ad essere gratuito, però mi hai incuriosito con Mention… forse un mesetto di prova ci può stare 😉

    • Ciao Carlo,
      innanzitutto ti do il mio benvenuto sulla Web Road!

      Grazie mille per il commento, sono felice che ti sia piaciuto e ti abbia dato qualche suggerimento (addirittura “impressionante”…sei davvero troppo buono! 🙂 )

      Assolutamente, fai una prova di Mention e se ancora non l’hai usato, non dimenticarti anche di Buzzsumo (per me uno dei tool più interessanti!)

      Grazie ancora e a presto! 😉

  5. Ciao Alessandra, bell’articolo ! Grazie mille per aver incluso Mention. Ci farebbe piacere sapere di piu di cosa ne pensi. Contattaci quando voi, e sempre un piacere sentire il parere degli esperti 🙂

    • Ciao Patricia,
      innanzitutto ti do il benvenuto sulla Web Road e ti ringrazio per le belle parole! 🙂

      È una sorpresa ancora più grande, poi, scoprire di ricevere questi complimenti da chi lavora per Mention…è un tool straordinario, impossibile non citarlo (e non sarà l’unica volta… 😉 )

      Grazie ancora Patricia per la splendida sorpresa!

  6. Non conosco nulla di SEO e trigger words, però la parola “segretissimo” l’ho utilizzata ultimamente nel titolo di un mio post, e infatti ha attirato un sacco di visite e commenti. Della serie: come applicare la seo senza conoscerla 😉

    Come mai bisogna usare Google Suggest solo dopo essersi sloggati da Google o navigando in anonimo?
    Comunque articolo utile e ben scritto, ovviamente l’ho condiviso ovunque 🙂

    • Ciao Eli,
      ti ringrazio ancora per le tue parole (adesso sono io che divento rossa! 🙂 )

      Questo articolo risale ad aprile (quando ancora mi trovavo su un altro indirizzo), ma negli ultimi giorni ho notato proprio come la SEO venga ancora vista con uno sguardo atterrito e disorientato da chi la incontra per la prima volta…uno sguardo più che giustificato, perché si tratta di una materia tutt’altro che facile da capire e digerire.
      Fu proprio per questa ragione che decisi, mesi fa, di concentrarmi solo su alcune regole base ed è sempre per questa ragione che l’ho ripreso in mano la scorsa settimana per riproporlo…ed è una splendida sorpresa vedere come si stia rivelando utile per tante persone…ne sono troppo felice! 🙂

      Per quanto riguarda la tua domanda su Google Suggest, devi sloggarti (o ancora meglio, navigare in incognito) perché altrimenti i risultati saranno influenzati dalle tue ricerche passate e dalle attività su Google Plus (comprese quelle delle persone incluse nelle tue cerchie)… 😉
      Prova a fare una ricerca, digitando per esempio il tuo nome, sia loggata che in incognito…confrontando i risultati, vedrai sicuramente delle differenze…ma se non ti è chiaro, fammi sapere! 😉

      Un abbraccio, Eli…grazie ancora!

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