Musica, maestro: facciamo storytelling!

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“Dove sei stato lo scorso weekend?”

Nel momento in cui inizierai a rispondere, tu starai creando una storia.

Sì, perché le storie sono ovunque, si nascondono tra parole, immagini e situazioni, aspettando che tu possa portarle alla luce e dar loro vita.

Perché ci piacciono così tanto?

Perché accompagnano l’umanità dalla notte dei tempi…e già “notte dei tempi” è una piccola storia concentrata in tre parole, se ci pensi bene: evoca subito un’atmosfera, proprio quello ti succedeva quando ti trovavi sotto le coperte, con un peluche tra le braccia e gli occhi che si illuminavano vagando tra boschi, castelli, principi e principesse.

Il “C’era una volta” era la chiave che apriva la porta delle tue emozioni…e quella chiave non l’abbiamo lasciata là, in quel lettino, ma la teniamo sempre in tasca con noi, pronti a riusarla in ogni momento.

La usiamo quando scriviamo, ovviamente, ma anche quando parliamo con gli amici di ciò che abbiamo fatto, appunto, lo scorso weekend…e la usano i brand che dello storytelling hanno fatto una fortissima strategia di marketing.

Cos’è lo storytelling? È il raccontare storie che entrino in connessione con gli altri, emozionando attraverso parole, immagini o suoni…storie che parlino di noi e aiutino chi ci ascolta o legge ad identificarsi…storie che sappiano andare oltre le convenzioni, essere creative e diventare memorabili.

E lo sai cosa può aiutarci ad aprire quella porta?

Sempre una chiave, ma quella di violino: sì, ad aiutarci può essere la musica.

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In fondo una canzone non è un esempio perfetto di storytelling?

Emoziona, coinvolge, ci immerge in un’atmosfera, diventa per noi memorabile creando dei ricordi: quali sono, quindi, i primi 3 consigli per fare una buona musica…e una buona storia?

 Avere un timbro unico: di cantanti bravi ce ne sono a migliaia, ma si sa che la voce perfetta spesso non basta. Il mercato e il web sono saturi e tu devi uscire al più presto dall’anonimato ed emergere: per essere indimenticabile devi avere un timbro unico e personale, come quello di qualche cantante riconoscibile solo dopo pochi secondi alla radio. Ricorda sempre che “oltre l’intonazione c’è di più”.

 Stimolare l’immaginazione: ti è mai capitato, mentre ascolti una canzone, di immaginare di essere dentro un video musicale? Questo accade perché quella canzone ti ha dato tutti gli elementi necessari per dare vita a un piccolo film in cui sentirsi protagonisti…e così dovrai fare con le tue storie. Vuoi un esempio? Leggi la storia a puntate di Francesca Borghi su Webhouse dove il branding viene paragonato all’amore tra due ragazzi di nome Gaia e Marco: ambientazioni, personaggi e intrecci pieni di dettagli e consigli per immaginare e imparare.

 Non pensare a “vendere”: non essere uno di quei tormentoni dalla vita lunga quanto quella di Ruzzle. Certo, puoi vendere tantissimo in poco tempo, ma in poco tempo finirai anche nel dimenticatoio insieme a “Dammi tre parole (sole cuore amore)”! Tradotto, per restare nella memoria non devi autopromuoverti, ma fidelizzare: fare storytelling è riuscire a raccontarsi ispirandosi al mondo e ai valori del proprio brand, mentre l’autoreferenzialità è nemica delle emozioni (per avere un esempio, osserva il lavoro di Nike su Instagram!)

Ora però continuiamo insieme il viaggio nella musica e nello storytelling e andiamo a catturare un consiglio per ogni genere musicale!

• Cosa prendere dalla…MUSICA CLASSICA

Lo sai qual è stato uno dei concerti più belli a cui abbia assistito?

Proprio uno di musica classica: anni fa, in una serata invernale (e freddissima) di Vienna, ascoltai la Nona Sinfonia di Beethoven alla Wiener Konzerthaus e fu assolutamente travolgente, tanto che ancora oggi ricordo benissimo ogni emozione provata.

Ero stupita da tanta perfezione, da tanta armonia così apparentemente semplice, ma che nascondeva un incredibile lavoro di precisione e coordinamento.

Cosa imparare?

 Identità: tu sei il Maestro che dirige l’orchestra e devi assicurarti che ci sia sempre armonia, perché hai un’identità precisa da trasmettere attraverso ogni singolo strumento. Stai per scrivere la sezione “About me/us” sul sito web o raccontarti sui social con video e immagini? Adegua la tua storia ad ogni mezzo, conoscendone bene caratteristiche e regole, ma senza mai tradire chi sei. 

[A proposito di strumenti, nella tua orchestra non possono mancare le immagini: per un perfetto visual storytelling segui le istruzioni scritte da Valentina Tanzillo]

• Cosa prendere dal…ROCK

Chi mi conosce nella vita analogica, sa bene che sono cresciuta in un ambiente molto musicale, ma soprattutto rock: a casa mia non si sono mai visti vinili di Claudio Villa o Ricchi e Poveri, per intenderci, ma solo di Led Zeppelin, Deep Purple o Jimi Hendrix.

È questo il genere che più mi appartiene, in tutte le sue declinazioni (nonostante debba ammettere di essere spiccatamente Springsteeniana), ma è anche il genere che non deve mai mancare ad una storia, perché il rock è energia, adrenalina e coinvolgimento puro.

Che sia un album ascoltato nelle cuffiette in treno o un concerto live in uno stadio, l’effetto è lo stesso: non riesci a stare fermo (anche se in treno le cose potrebbero farsi piuttosto difficili.)

Cosa c’entra con lo storytelling?

TU devi essere rock (per dirla alla Celentano) e fare in modo che il pubblico non si fermi, non ti abbandoni “alla prima traccia dell’album” o dopo 5 minuti di concerto, ma ti segua perché lo hai convinto e coinvolto. Come?

 Stupisci, non annoiare mai: il ritmo che dai alle tue azioni, l’assolo di chitarra elettrica o di batteria al momento giusto è per te il sorriso che spunta sul volto di un lettore o fan grazie alla tua positività e al tuo stile accattivante…è l’attenzione che riesci a tenere sempre alta, parola dopo parola.

[Se vuoi passare alla pratica, immergiti nel blog di Pennamontata o leggi consigli di Riccardo Esposito]

• Cosa prendere dal…JAZZ

C’è una frase del grande Louis Armstrong che qui casca a pennello: “Cos’è il jazz? Amico, se lo devi chiedere non lo saprai mai”.

E sai perché? Perché in fondo del jazz non c’è niente da spiegare: il jazz va solo vissuto.

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Ho scritto da altre parti articoli di musica e ho sempre sostenuto che “noi siamo jazz”… in che senso? Nel senso che il jazz va a ritmo delle nostre emozioni, si fondono insieme e creano una sinergia particolare dove la musica si identifica con il nostro mood e il nostro mood si identica con la musica.

Quali lezioni prendere dal jazz?

✔ Empatia: devi entrare in connessione con il tuo pubblico, emozionandolo. Hai presente quando ai cantanti viene detto “Non mi sei arrivato”? Ecco, tu con le storie devi creare un mondo fatto di valori e sensazioni nel quale devi essere il primo a credere e nel quale per il pubblico è facile identificarsi, creando così engagement.

 Improvvisazione: non una, ma ben due lezioni dal jazz. Il jazzista, infatti, non solo è capace di entrare in connessione con le nostre emozioni, ma forte della sua grande competenza musicale, sa improvvisare sempre e creare giochi di note straordinari.

[Unisci anche tu conoscenza e improvvisazione…seguendo i consigli di Andrea Girardi]

• Cosa prendere dal…RAP

Premessa: il rap non è esattamente uno dei miei generi preferiti. Almeno da quando l’Italia ha iniziato a vivere questa anomala invasione di rapper dai nomi più improbabili (come un certo Clementino) e amati da ragazzini in visibilio con berretto d’ordinanza sulla testa.

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Esistono, però, delle belle eccezioni per le quali può valere ciò che da tempo viene sostenuto da alcuni critici: i rapper sono i cantautori del nuovo millennio, perché adesso sono loro a raccontare la realtà nelle sue varie sfaccettature, scrivere testi che affondano le radici nelle loro esperienze e a non aver paura di mostrarsi.

Cosa prendere dai rapper?

✔ La faccia: non in senso letterale, ovviamente (non vorrei riempirti di piercing o tatuaggi). Devi però metterci la faccia, essere autentico, raccontare di te e attingere sempre da ciò che hai vissuto, da ciò che vedi intorno, parlandone con il tuo pubblico. Non aver paura di osare e gettare la tua maschera a terra: le persone lo apprezzeranno e si fideranno di te.

[Chi sa attingere sempre da ciò che accade loro trasformandolo in un’occasione per dare consigli sono Cinzia di Martino Rudy Bandiera…due nomi, due garanzie.]

• Cosa prendere dal…POP

Sono stata un po’ di tempo a pensare quale canzone potesse ben rappresentare il pop e mi sono passate davanti le immagini più svariate, in bianco e nero o a colori, degli anni ’60, ’80 o ’90, ma quasi sempre oltreoceano.

Poi mi sono detta: “Ma no, l’esempio perfetto di storytelling e musica pop(olare) ce l’abbiamo noi. È in Italia!”

E per me è questo:

 

Chi non ha mai provato, almeno una volta, a strimpellare gli accordi de La Canzone del Sole alla chitarra?

Chi non ha mai canticchiato “O mare nero, mare nero, mare ne” intorno a un falò su una spiaggia o su un prato con gli amici?

Tutto questo è possibile grazie al segreto del successo di questo pezzo e di molti altri di Battisti/Mogol: la semplicità disarmante degli accordi, le melodia e i testi orecchiabili, la linearità e l’immediatezza di ogni canzone.

Cosa prendere dal pop e da Lucio Battisti?

 Semplicità e qualità: nello storytelling la chiarezza è tutto. Per entrare in connessione con il pubblico, infatti, devi esprimerti in modo semplice, dare ordine anche alle cose più complesse, senza mai dimenticarti la qualità. Dietro ad una canzone di Battisti, così immediata e facile da ricordare, niente è lasciato al caso. Fallo anche tu, sii spontaneo e punta all’essenziale, eliminando il superfluo.

Seguendo questi consigli, vedrai che il pubblico inizierà a condividere la tua storia con gli amici…proprio come farebbero con una bella canzone, attorno a quel falò sulla spiaggia.


Ora lascio il volante nelle tue mani: ti va di continuare il mio viaggio nella musica e suggerirmi qualche altro consiglio?

 

Alessandra Toni

Ciao, sono Alessandra, ma chiamami Ale. Sono una redattrice editoriale, da sempre appassionata di storie e parole. Per anni ho scritto di web writing e comunicazione, oggi parlo di libri ed editoria con il nuovo percorso WeBook Road.

14 Comments

  1. Ciao Ale,
    ringrazia i tuoi genitori che ti hanno dato un’ottima educazione musicale. W il rock!
    Continuando il parallelismo tra blog e musica me ne viene in mente uno con la musica elettronica: rimani al passo con i tempi, informati, studia i nuovi media e sperimenta senza paura di sbagliare.
    Simone

    • Ciao Simone,
      innanzitutto ti ringrazio in nome dei miei genitori! 😉 In effetti sono stata molto fortunata ad aver avuto questo tipo di educazione ed aver accuratamente evitato gente tipo Albano e Romina Power!

      Mi piace molto il parallelismo che hai trovato: sono assolutamente d’accordo con te, il restare sempre aggiornati sulle nuove tendenze o sui nuovi strumenti è una priorità per chiunque abbia a che fare con una comunità online e debba fare branding….quindi, ben venga anche l’elettronica! 😉

      Grazie ancora per il tuo commento, Simone…a presto! 🙂

  2. Ciao Ale,
    onoratissima di essere stata citata in questo splendido post.
    Ben scritto, originale e poi il parallelismo con la musica di cui sono super appassionata… beh mi hai conquistata 🙂
    Anche Marco e Gaia, che saltellano felici per casa, ti mandano un grosso grazie e ti aspettano alla prossima puntata.
    Let’s Rock!

    • Ciao Francy,
      come ti ho già detto, sono IO ad essere onorata nel sentire queste parole…quando vengono da una persona che segui e stimi, non puoi non emozionarti! 🙂

      Ti ringrazio ancora per gli splendidi complimenti e per avermi ispirata con i tuoi Gaia e Marco: adoro la tua storia e il contributo che mi hai dato per questo post è stato preziosissimo!
      Io sono già pronta per la prossima puntata…avvisami che preparo i pop corn! 😀

      Un bacio e a presto!!!

  3. Ciao Alessandra, mi piace molto come scrivi e il modo in cui curi tutti i tuoi post. Si vede che c’è un grande lavoro dietro 🙂 Complimenti!

    • Wow, grazie mille! 🙂

      Beh, sai…se qualcosa ti piace veramente tanto, il grande lavoro diventa anche un grande piacere…è questo il segreto delle passioni, non credi? 😉

      Grazie ancora per questo bellissimo commento…a presto!!

  4. Bellissimo post, sarà che adoro la musica, soprattutto quella Rap – l’avrai notato da come ho condiviso il post sui miei social 😉
    Io due anni fa ho deciso di metterci faccia piercing e tatutaggi. E tutta l’energia che ho, senza aver paura dei giudizi altrui: ho preferito essere autentica, io racconto tutto. E poi vada come vada.

    • Grazie ancora carissima Eli! 🙂
      Eh sì, ho notato la tua passione per il rap, ma nella tua condivisione social hai colto proprio alcuni dei punti più importanti per me, ovvero l’autenticità e il coraggio…e come già ti ho scritto, tu ne sei uno degli esempi migliori tra i blogger che conosco!

      Un abbraccio e grazie ancora per il bellissimo commento! 😉

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