Social media marketing: i 5 sensi del tuo brand

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“Un uomo sapiente può godere l’intero spettacolo del mondo soltanto con l’aiuto dei sensi e del pensiero”

Così scrisse il grande Giorgio Gaber ed è così che voglio iniziare questo post dedicato ai 5 sensi.
Sì, proprio ai 5 sensi…all’udito, alla vista, all’olfatto, al gusto e al tatto…perché credimi, anche se all’apparenza ti può sembrare difficile (se non impossibile), i 5 sensi possono essere un grande aiuto per destreggiarsi con i social media e fidelizzare il tuo pubblico.

Parafrasando Gaber:
“Un brand sapiente può godere l’intero spettacolo dei social soltanto con l’aiuto dei sensi (e del pensiero)”

…e tu vuoi perderti l’occasione di goderti questo spettacolo?
Dammi la mano e partiamo! 😉

• Udito

È un caso che parta dall’udito?
Eh no caro brand, perché  le tue orecchie digitali saranno importantissime per garantirti una “social vita” lunga e felice.

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Come disse il filosofo greco Epitteto (eh sì, oggi mi voglio proprio dare agli aforismi):
“Dio ci ha dato due orecchie, ma soltanto una bocca, proprio per ascoltare il doppio e parlare la metà”

L’ascolto deve essere il punto di partenza di ogni tua attività e restarne poi come riferimento in modo costante…anzi, ancor prima di inaugurare la tua presenza social, sarà importante dedicare del tempo all’ascolto di ciò che sta già accadendo in rete intorno al tuo brand e al tuo settore.

Sì, ma…cos’è che devi ascoltare e perché è così importante?

➨ Tendi bene l’orecchio verso le conversazioni in reteverso ciò che dicono su di te, su quello che offri e sui tuoi competitors. 
Attraverso un ascolto attivo, infatti, puoi scoprire qual è il sentiment nei tuoi confronti, quali sono i tuoi punti di forza e debolezza, individuare i bisogni del tuo pubblico, trovare suggerimenti e feedback, positivi o negativi, che ti aiuteranno a migliorare e a mettere a punto strategie sempre più mirate.
Non hai più a che fare con il pubblico di vent’anni fa: oggi le persone sono più esigenti, hanno un grande potere su di te e una loro opinione può avere un grosso impatto sulla tua reputazioneperché capace di generare un passaparola rapido e, talvolta, dirompente.

Il pubblico si aspetta di parlare direttamente con te, dire la propria, essere ascoltato e considerato, quindi non deluderlo stando in un angolo con le cuffie alle orecchie: vivi i social come una grandiosa opportunità per conoscere e migliorarti, giorno dopo giorno.

[A proposito di ascolto, ti anticipo che presto troverai su Web Road una guida all’ascolto sui social…#staytuned!]

• Vista

Questo è il senso che devi conquistare.
Devi rapire gli occhi del pubblico, farlo innamorare di te e non solo al primo appuntamento: conferma ogni giorno la loro scelta e non deluderli trascurando il tuo aspetto a distanza di tempo.

Se vuoi che i loro occhi siano a cuoricino come nei cartoni animati giapponesi, devi offrire loro una ragione…e sai che il visual storytelling è la risposta!

➨ Storie belle da vedere, profili curati in ogni dettaglio, immagini e video di qualità: un buon visual storytelling è come uno sguardo magnetico capace di conquistarti e farsi ricordare.
Vuoi iniziare fin da subito?
Ecco due miei vecchi articoli che, attraverso alcune infografiche, ti sveleranno qualche segreto per fare colpo sul tuo pubblico: Visual Power: potere alle immagini e Visual Storytelling Day…in 5 infografiche.

Gli occhi, però, non devono essere solo l’oggetto della tua conquista, ma uno strumento per migliorare.

➨ Oltre a due orecchie per ascoltare, infatti, hai due occhi per monitorare: spalancali e analizza i risultati che stai ottenendo da ogni tua attività social.
Diffida (e allontanati subito) dal social media manager che non ti parla di analyticsinsights e KPI (Key Performance Indicators): dopo aver chiarito i tuoi obiettivi, infatti, devi  individuare le metriche più giuste per analizzare ogni passo del tuo percorso, correggerlo, potenziarlo e capire quanto sei lontano da ciò che ti eri prefissato.
Ricorda che non esiste social media strategy senza obiettivi, ma se non sai come misurarli, sarà come camminare bendati su una fune sospesa nel vuoto.
Il rischio di fallimento sarà lì, a un passo da te.

• Olfatto

Quanto sono importanti gli odori, vero?

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Ci sono profumi capaci di farti tornare indietro nel tempo, agli anni della scuola, ai weekend in montagna, ai primi amori, a qualche viaggio fatto…ci sono quelli che vorresti essere capace di rinchiudere in una bottiglietta, come l’odore di un libro nuovo e altri che vorresti cancellare, come il profumo usato da un ex…per non dimenticare, poi, quegli odori tremendi, che ti fanno storcere il naso lasciandoti con un’espressione disgustata.

Tu, caro brand, cosa vuoi fare? Vuoi che il tuo profumo diventi memorabile (e in senso buono)?

➨ Considera i tuoi canali social come fossero stanze: se non le fai arieggiare, in poco tempo sentirai solo un opprimente odore di chiuso che allontanerà tutti da te.
Per evitarlo, spalanca le finestre e apriti alla tua community, fai circolare aria portando creatività e freschezza e una volta fatto, non chiudere la porta dietro di te per riaprirla quando avrai tempo. Sii costante nella gestione delle tue attività, scandendole grazie al tuo (indispensabile) calendario editoriale.

Ma…basta tutto questo?

➨ I social sono il luogo delle conversazioni e tu devi essere il primo a mostrarti aperto al dialogo, il primo a voler costruire un rapporto di fiducia con la tua community.
Immagina ancora quelle finestre: tienile aperte e appoggia sul davanzale una mokha piena di caffè fumante e un piatto di biscotti appena sfornati.
Devi attirare le persone verso di te con il profumo buono della tua genuinità: coinvolgi, divertile, racconta, stimola conversazioni, poni domande, rispondi ai loro commenti, falle sentire al centro del tuo mondo. Emoziona.
Non devi imporre la tua presenza e cadere nell’errore di parlare solo di te e di quanto siano meravigliosi i tuoi prodotti: i social non sono vetrine, ma salotti per dialogare, farti conoscere e fidelizzare quelli che poi, se sarai stato bravo, diventeranno veri clienti.
Ricorda sempre che l’autoreferenzialità e l’autopromozione puzzano di bruciato! 😉

• Tatto

Il tatto è il senso del contatto.
È il senso della concretezza, della vicinanza. Della consapevolezza.
San Tommaso disse: “Se non tocco, non credo”.

Non pensare che il tuo pubblico sia diverso: il tatto ci dà il senso di realtà, ci permette di riconoscere qualcosa ricollegandolo a ricordi e esperienze passate…e questo deve essere il tuo obiettivo.

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➨ Fatti riconoscere in modo inconfondibile, anche ad occhi chiusi…anche dopo averti appena sfiorato.
Per riuscirci, la tua identità deve essere chiarasolidacoerente: uno dei presupposti più importanti della tua social media strategy, infatti, è il saper coordinare tutte le tue attività di comunicazione, on e off-line.
Presta massima attenzione al tone of voice e ad ogni singolo dettaglio visual, perché rispecchino ciò che sei, ciò che il pubblico conosce e si aspetta da te: utilizza i colori aziendali, scegli font, immagini e contenuti coerenti con l’identità del tuo brand e adeguali ai linguaggi dei diversi social (evitando l’odiosissima pratica della pubblicazione automatica!)

Il tatto, però, non è solo un senso…

 “Avere tatto” significa “avere rispetto” ed è questa la parola che devi sempre aver presente nel gestire la tua community.
Un passo fondamentale del tuo social media plan, infatti, è stabilire una policy sia interna che esterna: la prima è rivolta ai dipendenti e stabilisce le regole di condotta da seguire, mentre la seconda disciplina i comportamenti degli utenti indicando i contenuti consentiti e gli obiettivi perseguiti dal brand sui social.
Perché è importante la policy? Per evitare disastri sulla tua reputazione ed epic fail dalla forza virale potentissima.
Previeni invece di curare e fai regnare il rispetto nella tua community dando per primo il buon esempio: sii sempre disponibile, rispondi con cordialità ai commenti negativi e alle critiche fondate, ignora le provocazioni degli immancabili troll e metti a conoscenza il tuo pubblico delle regole comportamentali da seguire, magari in modo originale e coinvolgente.

Vuoi un esempio? Guarda il bellissimo lavoro realizzato da La Stampa sulla sua fanpage con il Galateo di Contribuzione : una policy visuale che spiega ai membri della community la buona educazione online in modo semplice e diretto!

• Gusto

Anche se è impossibile fare degustazioni attraverso una tastiera o uno schermo, quante volte siamo usciti da una pagina Facebook, da un account Twitter o da un sito web con l’amaro in bocca?

E cos’è che lascia questa sensazione spiacevole al palato?

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➨ La mancanza di qualità e competenza: ecco cosa si nasconde dietro contenuti dal gusto orribile e il peggior cuoco che tu possa trovare nella “tua cucina social” è lui.
Il cuGGGino.
In questo vecchio post te l’avevo presentato così:
“Il cuGGGino è una figura leggendaria del web con cui identificare l’amico/parente al quale vengono affidati lavori di web marketing come se si trattasse dell’”Unisci i puntini” della Settimana Enigmistica”

Ce ne sono tanti, chiusi nelle loro “cucine” e intenti a preparare un piatto dopo l’altro sbagliando sempre ricetta…ma non sono soli, perché insieme a loro ci sono centinaia di poveri stagisti non adeguatamente formati e preparati.

Il cuGGGino o povero stagista, infatti, farà esattamente il contrario di quanto ti ho scritto finora.

Non ascolterà il tuo pubblico e probabilmente si rivolgerà a quello sbagliato, visto che non ha una minima conoscenza di chi sei e di quali siano i tuoi obiettivi.
Non realizzerà un social media plan e per calendario intenderà solo quello appeso al muro.
Non avrà idea di cosa significhi “visual” e per lui KPI potrebbe essere l’acronimo di chissà quale organizzazione internazionale.
Non dialogherà con il pubblico, non proverà a costruire e fidelizzare la tua community, ma imporrà la sua presenza con tanto spam ed autopromozione.
Non risponderà ai commenti, si irriterà a leggere quelli negativi e magari sì, può succedere che una volta entri per errore con il suo account privato combinando disastri.
Penserà che tutti i social siano uguali e che sarà sufficiente pubblicare lo stesso contenuto ovunque (perché sì, per lui dovrai essere presente ovunque), senza adeguarlo ai diversi linguaggi.
Infine non brillerà per il suo italiano e avrà una fastidiosa tendenza ad abusare di maiuscoli e hashtag #come#se#piovesse.

E la colpa di tutto questo sarà solo tua, caro brand…non certo del povero ventenne laureando lasciato davanti al computer a fare esperimenti social manco come fosse “Il Piccolo Chimico”.
I social non sono un gioco da tavolo: se non cogli l’opportunità offerta dai social e ti lasci guidare dall‘improvvisazione, l’impatto sulla tua reputazione sarà inevitabile e la fiducia del tuo pubblico potrebbe incrinarsi.

Offri valore, qualità, competenza affidandoti a veri professionisti…e il tuo pubblico accorrerà sempre da te, sicuro di trovarsi nel posto giusto.


• Il sesto senso…per te!

Come sempre, in questo punto del viaggio, il volante passa nelle tue mani: ti va di aggiungere un senso ai cinque che abbiamo esplorato?
Ti va di trovare il tuo “sesto senso”?

Ti aspetto nei commenti! 😉 

Alessandra Toni

Ciao, sono Alessandra, ma chiamami Ale. Sono una redattrice editoriale, da sempre appassionata di storie e parole. Per anni ho scritto di web writing e comunicazione, oggi parlo di libri ed editoria con il nuovo percorso WeBook Road.

5 Comments

  1. Epitteto aveva perfettamente ragione! Senza un ascolto reale e non formale non può esistere comunicazione dal vivo, e tanto meno online.
    (Che bel motto: #SharingIsCaring! Capisco perché mi piace leggerti anche quando, come stavolta, mi trovo un po’ fuori dal mio campo – ma solo un po’. :))

    • Sei sempre gentilissima…grazie di cuore! 🙂

      Per quanto riguarda l’ascolto, da tempo avevo scritto quella frase di Epitteto su un foglio volante e proprio l’altro giorno mi è ricapitata sotto gli occhi mentre scrivevo questo post…non potevo non citarlo come consiglio per ogni brand, ma ovviamente anche come grande lezione di vita “off-line”! 😉

      Grazie ancora cara…un abbraccio e a presto!

  2. Puntualissime considerazioni che ritengo validissime. Ci sono dei professionisti che si propongono sul mercato e ci sono degli improvvisati che si atteggiano.
    E come al solito, il povero “consumatore aziendale” non sa che pesci prendere.

    • Ciao Fabrizio e benvenuto! 🙂

      Eh sì, una qualsiasi realtà, piccola o grande che sia, deve fare molta attenzione alle persone cui affidare la propria reputazione e il proprio futuro.
      Punto di partenza è non avere pregiudizi sul mondo social e credere nell’importanza della professionalità o di una buona formazione interna.
      Ti dico solo quello che mi successe un paio di anni fa, quando un direttore mi disse testuali parole: “Credimi, questi social non servono a niente…Facebook ormai è morto!”.
      Direi che queste parole sono emblematiche di un atteggiamento ancora troppo diffuso e che solo il grande lavoro dei professionisti può contrastare!

      Grazie mille per il tuo commento e a presto Fabrizio! 😉

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