Social media strategy: segui i consigli di Sister Act!

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L’ultima volta che avevo visto una tale concentrazione di suore era all’asilo.

Dopo la vittoria di Suor Cristina a The Voice, e a distanza di poche ore, ecco che viene trasmessa la replica di Sister Act ed io ci sono ricascata: stavolta, però, tra un balletto e un acuto, ho notato qualcosa di diverso…anzi, l’ho guardato con uno sguardo diverso.

Trama in breve.

Deloris Van Cartier, cantante dalla poco promettente carriera nei locali di Reno assiste ad un omicidio, ma trova rifugio in un convento con il nome di Suor Maria Claretta. Lì diventa direttrice del coro e trasforma un gruppo di suorette stonate in vere e proprie star che riempiranno la chiesa di fedeli, fino ad essere notate addirittura dal Papa.

Mentre vedevo quella chiesa, che da vuota si riempiva di persone manco fosse uno stadio, ho avuto un’illuminazione (forse divina?): “Ma certo, è lei il segreto per gestire i social media: è Suor Maria Claretta!”

Ed ecco, quindi…

sister act strategy

• Suor Maria Claretta…e il coro non più stonato!

Immaginiamo il coro di suorette come i nostri canali social: sono stonate, fuori tempo, anonime e pure un po’ tristi, ma arriva Suor Maria Claretta e puff, si trasformano.

In realtà questo succede, perché chi le dirigeva prima, non le conosceva davvero: sottovalutava le loro potenzialità, ma soprattutto sottovalutava il compito che dovevano svolgere.

Un paio di prove a settimana erano sufficienti e l’inquinamento acustico che producevano i loro acuti stonati non era di loro interesse…ma faceva sfuggire i fedeli!

Il risultato? Una chiesa sempre vuota e una demoralizzazione costante nelle povere sorelle. Un vero circolo vizioso.

Suor Maria Claretta, invece, sa cosa vuole il pubblico e lo dice chiaramente: “Perché qui non viene nessuno la domenica? Perché si annoiano! Noi potremmo trasformare questa chiesa in un tempio del rock!”

E perché non trasformare anche le nostre pagine aziendali in un tempio del rock?

Prima di tutto dobbiamo lavorare sulle voci che fanno parte del nostro coro: renderle intonate, a tempo con la musica e coordinate tra loro.

Cosa significa?

Significa che dobbiamo avere una strategia chiara e definita e conoscere bene ogni singolo strumento: stiamo parlando della Sister Act strategy, non della cuGGGino strategy! 😉

Le voci, inoltre, devono andare a tempo ed essere coordinate tra loro: non necessariamente dobbiamo essere presenti su tutti i social, ma scegliere quelli più utili sulla base del nostro target, dei nostri obiettivi…e “farli cantare” insieme.

Ogni social, infatti, richiede un linguaggio specifico, una strategia diversa dagli altri, ma è importante che riescano a trasmettere in modo coordinato e coerente la nostra identità, la nostra immagine.

Proprio come succede nel coro di Sister Act: c’è la voce di soprano, di mezzo soprano, quella di contralto, ma sono tutte perfettamente amalgamate da quando c’è Suor Maria Claretta, no?

Ora dai, è il momento di dare vita a questo “tempio del rock”!

• Suor Maria Claretta…novità e energia!

Per me una delle scene più importanti del film è la prima esibizione del coro diretto da Suor Maria Claretta, ma voglio rinfrescarvi la memoria…

 

 

Sentito che energia, che ritmo?

Dopo un inizio super-convenzionale, Suor Maria Claretta cambia totalmente registro: mani che battono a tempo, balletti e al bando qualsiasi forma di solennità.

Le persone in chiesa, abituate alla solita musica soporifera e senza personalità, improvvisamente si svegliano, iniziano a sorridere e a muovere i piedi a ritmo della musica…ma soprattutto quelle note si diffondono là fuori, nel quartiere e come una calamita emozionale, attirano nuove persone, diffidenti fino a quel giorno.

Perché quella musica le ha attirate? Perché era nuova, sorprendente, divertente. Energica.

Tu, con le tue azioni social, devi essere una Suor Maria Claretta: scordati giacche e cravatte, rompi i formalismi e le convenzioni. Diventa amico del tuo fan!

E con gli amici cosa facciamo? Ci divertiamo, no?

La vita è già sufficientemente complicata, almeno sui social rendiamola semplice: non è un caso, infatti, che tutte le ricerche sostengano quanto un contenuto positivo abbia più possibilità di essere virale e quanto la tristezza sia l’emozione che attira meno condivisioni.

Creiamo quindi contenuti sorprendenti, originali, pieni di energia…e il visual, lo sappiamo, può dare un aiuto preziosissimo, come ha ben capito uno dei brand più creativi e ironici nella gestione della propria presenza social. Durex.

Durex Italia

 

Video originali e creativi, immagini capaci di incuriosire e stupire, citazioni e giochi, scatti catturati nei dietro le quinte, negli uffici, allo staff e contenuti che sfruttano eventi e situazioni in un’ottica di real time marketing.

L’effetto sarà dirompente, proprio come quello provocato dall’uragano Suor Maria Claretta: lei ha portato il mondo esterno con la sua musica e i suoi balli dentro quella realtà, ha individuato i bisogni e gli interessi del pubblico ed è andata loro incontro, lavorando solo e sprigionando energia positiva.

Anche noi, quindi, dobbiamo conoscere la realtà, catturare ciò che può piacere al target e adeguarvi i nostri contenuti, dando così una ragione irresistibile per seguirci…e vedrete che le pagine piano piano si riempiranno, proprio come è successo a quella chiesa!

• Suor Maria Claretta…va tra la gente!

C’è un’altra cosa che Suor Maria Claretta ha fatto di rivoluzionario in quel convento: ha detto basta allo stare rinchiuse recitando rosari e piantando pomodori!

Ha deciso di far uscire le suore per incontrare la gente reale, rendendosi utili…proprio come dovremmo fare sui social: far sentire la nostra vicinanza, andare incontro alle persone, dimostrare che ci siamo.

Come già scritto altre volte, il brand non è inanimato, ma deve parlare, tendere una mano verso il fan che chiede un aiuto: è il social customer care il segreto per un rapporto fondato sulla fiducia.

I clienti, infatti, vogliono comunicare sempre di più e soprattutto vogliono essere ascoltati: per questo è necessario saper rispondere ad una richiesta di assistenza e in modo tempestivo, per dimostrare che la buona esperienza di un cliente è la cosa più importante per noi.

Alcuni degli esempi migliori in Italia sono dati da Wind, Poste Italiane e Vodafone: in particolare il primo si è confermato nel mese scorso come Response Leader, ovvero come brand più veloce nel rispondere ai propri utenti con una media di soli 11 minuti!

Basta vedere la loro pagina Facebook o account Twitter per capire l’attenzione volta ad ogni singolo utente:

Un brand che ascolta e risponde viene percepito vicino, autentico e trasparente…e questo è fondamentale per una buona reputazione!

Ricordate cos’è successo alle suore? Dopo essere scese in strada per essere più vicine alla comunità, tutti hanno iniziato a parlare bene di loro…e non volete che succeda anche a voi?

• Suor Maria Claretta…è coinvolgimento!

Dall’inizio alla fine del film quella chiesa ha subito una radicale trasformazione, ma ricordiamoci che non conta averla semplicemente “piena“: possiamo vantare 10.000, 100.000 fan, ma se non interagiscono con noi, è come se li avessimo lasciati fuori dalla porta.

Cosa succede invece a Sister Act?

Le persone sedute si divertono, sorridono, battono le mani, muovono la testa e i piedi a ritmo, canticchiano e poi si lasciano andare ad uno scrosciante applauso!

Questo succede perché, come abbiamo visto, il coro è migliorato in qualità, è diventato energico e divertente, si è avvicinato alle persone…in una parola, è diventato coinvolgente, anche per noi che abbiamo visto il video!

La gente di quel quartiere ha iniziato a sentirsi parte di una comunità, si è stretta attorno a loro e questo è accaduto non perché le suore si sono appostate fuori dalla porta come buttadentro, ma perché sono riuscite a creare una relazione solida, fatta di fiducia, dialogo e leggerezza.

Una relazione che dobbiamo instaurare sempre con i fan e dove loro devono essere i protagonisti: sì, perché i social non sono negozi, ma vivaci salotti dove interagire e far sentire ogni persona pienamente coinvolta e partecipe.

Il migliore approccio è quello di lanciare iniziative, giochi e contest dove il protagonista è il fan e il suo legame con il prodotto: che sia attraverso un selfie o una frase da scrivere, al centro troviamo sempre il nostro pubblico.

Ecco qualche recente esempio dato da Nutella con il suo contest legato ai Mondiali di calcio, Fonzies che ogni settimana lancia una missione ai suoi fan su Facebook e infine Lavazza che su Twitter ha lanciato l’hashtag #ineedcoffee per raccogliere i pensieri dei followers attorno al caffè.

nutella contest

 

 fonzies contest

 

 

Come in Sister Act, magari anche nella vostra azienda potrà esserci una “madre superiora” che non crede nella novità e continua a vedere i social come il diavolo o semplice passatempo per adolescenti.

Voi fatela ricredere con i risultati, con le conversazioni che prenderanno vita dai vostri canali social, con la reputazione che migliorerà grazie al vostro lavoro e alla cura verso il pubblico.

Teniamo sempre impresse nella mente le parole di Erik Qualman:

“Non possiamo scegliere se usare o meno i social media, possiamo solo scegliere quanto usarli bene.”

E Suor Maria Claretta sì che saprebbe farlo!

Ora tocca a te: canticchiamo insieme e dimmi cosa pensi della Sister Act Strategy! 😉

Alessandra Toni

Ciao, sono Alessandra, ma chiamami Ale. Sono una redattrice editoriale, da sempre appassionata di storie e parole. Per anni ho scritto di web writing e comunicazione, oggi parlo di libri ed editoria con il nuovo percorso WeBook Road.

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