Paola Saluzzi, Twitter e le “regole della nonna”

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Ieri mattina mi trovavo sul solito affollato treno per tornare a Prato, quando ho aperto Twitter per dare una lettura veloce a tutto quello che mi ero persa nella giornata.
Non so te, ma io vado subito a curiosare nei Trending Topics perché, nel bene e nel male, ti danno un piccolo assaggio di ciò che è accaduto nelle ultime ore…a meno che quel giorno non coincida con il compleanno di  Justin Bieber, non si siano sciolti gli One Direction o un tronista della De Filippi non sia scappato da Uomini&Donne, perché in tali casi osservare i TT potrebbe provocare un grave effetto collaterale: aumentare il desiderio di espatriare.

Torniamo però a ieri mattina: stavo curiosando nei Trending Topics quando leggo tra le prime posizioni un nome piuttosto insolito: Paola Saluzzi.

Lo so, della sua esistenza si ricordavano in pochi e quei riccioli rossi erano ormai un ricordo confinato nei programmi mattutini della Rai, tra una gaffe e l’altra di Luca Giurato.
Per questo la sua presenza mi è suonata alquanto strana e, lo ammetto, il mio primo pensiero è stato: mah, forse è morta (scusa Saluzzi, ti ho comunque allungato la vita).
Poi mi sono detta: macché, nemmeno la sua ipotetica morte l’avrebbe spinta tanto in alto nei TT, ci deve essere qualcosa di più grosso sotto…e non mi è servito molto per capirlo: era scoppiato il “Saluzzi case”.

“Saluzzi case”: la storia

Probabilmente già lo conosci, ma per chi se lo fosse perso, ecco un rapido riassunto.
Paola Saluzzi, giornalista di Sky (ahhh, ecco dove era finita!), in data 10 aprile pubblica il seguente tweet:

saluzzi_tweet

La Saluzzi si riferiva, ovviamente, all’amnesia di Alonso e ad una sua dichiarazione in cui sosteneva che non si pentiva di aver lasciato la Ferrari, perché “stufo di arrivare sempre secondo”.

Finita qua?
Ovviamente no: Alonso legge il tweet e il giorno successivo si rifiuta di parlare alle telecamere di Sky, perché offeso dalla Saluzzi e chiede le sue immediate scuse.
Il fatto inizia a rimbalzare su Twitter, la rossa ricciola chiede scusa per i toni usati e cancella il tweet incriminato, pensando ingenuamente di essere ancora in tempo per risolvere le cose.

twitter_saluzzi

 

twitter_saluzzi2

 

Finita qua?
Eh no, mò arriva il bello. Ieri mattina scoppia la bomba: Paola Saluzzi è stata sospesa da Sky.

Ok, sicuramente ci dormirò sonni tranquilli stanotte, ma ammetto che l’episodio mi ha fatto riflettere un bel po’ e potrebbe aprire un dibattito senza fine tra due vere e proprie fazioni: tra chi su Twitter (ed è la schiacciante maggioranza) ha coperto di insulti la Saluzzi, insensibile ai problemi di salute avuti da Alonso e chi (la netta minoranza) le ha invece mostrato solidarietà, attaccando Sky per la decisione ritenuta eccessiva.

Saluzzi case: cosa imparare?

Tu da che parte stai? Esistono dei limiti alla libertà d’espressione sui social?
Intanto ti do la mia risposta: per me i limiti esistono, anzi, devono esistere.

Quei limiti si chiamano rispetto e buon senso e devono valere sia fuori che dentro la rete, perché ricordiamocelo sempre: non c’è alcuna distinzione tra reale e digitale.
Facebook, Twitter, tutti i social media sono reali tanto quanto la piazzetta o il bar all’angolo che frequenti ogni mattina e ogni cosa che fai, si ripercuoterà inevitabilmente sulla tua persona e sulle tue relazioni.
Tu sei sempre tu, soprattutto sui social, dove sei rintracciabile facilmente da chiunque e ogni cosa che scrivi o condividi, se non fai attenzione, può diventare una macchia sulla tua reputazione. Difficile da togliere, tra l’altro.
E sai cos’è quella macchia? È la macchia del “latte versato” su cui sarà inutile piangere quando sarà troppo tardi.

Certo, tutto dipende da quali obiettivi ti sei posto con la tua attività social: se vuoi esserci per trollare il politico di turno (mi raccomando, mira sempre a Gasparri), per accendere polemiche contro tutto e tutti, magari nascondendoti dietro un nickname inventato, il discorso non ti riguarda.
Ma se vuoi costruirti una reputazione, creare una rete, dare un’immagine di te che ispiri fiducia, positività e affidabilità, devi muoverti con grandissima cautela: la tua identità sui social non è qualcosa di artificioso, ma rispecchia la tua persona.
Come ti avevo ricordato in questo mio post: “presta attenzione a come esprimi le tue opinioni personali e su cosa: ci sono tematiche (come quelle politiche) che vanno affrontate con delicatezza, perché coperte da bucce di banana su cui scivolare in un attimo e farsi molto male. Questo non significa che tu non debba esprimere le tue idee, ma semplicemente di farlo con saggezzaconsapevolezza che alcuni temi possono scatenare reazioni alle quali devi essere preparato, quindi evita considerazioni troppo accese e litigi inutili in campi che non ti appartengono.”

Quali sono stati, quindi, gli errori della Saluzzi e di tantissimi altri scivolati su quella stessa buccia di banana?
Avere un ruolo preciso nella cosiddetta “vita reale” e calpestarlo nella “vita digitale”, dare un’immagine incoerente di sé e superare i limiti del rispetto e del buon senso.
In fondo lo sappiamo molto bene: non si contano più le persone che hanno perso il posto di lavoro (o che nemmeno sono riuscite ad ottenerlo) per colpa del loro comportamento sui social e lo stesso “Social Recruiting Survey” del 2014 di Jobvite conferma che ben il 93% di professionisti della selezione del personale controlla i profili social di un candidato prima di prendere una decisione su una sua possibile assunzione.

Facciamo quindi molta attenzione a non scivolare su queste bucce di banana e per riuscirci, che ne dici di affidarci alla saggezza familiare?

Le tre regole “della nonna”

Tutti le conosciamo e abbiamo imparato a conviverci fin da piccoli, ma quali sono le tre regole di vita, trasmesse da nonne e mamme, che possono risultarci preziose per una buona convivenza social?

1) Contare fino a 10
Una delle prime regole di vita che ci viene insegnata da piccoli è questa: conta fino a 10 (a volte anche 100) prima di parlare. Collegare il cervello alla bocca è cosa buona e giusta, ma a volte ci lasciamo prendere da qualche impulso, da un moto di rabbia o chissà cosa e bruciamo quei sacri 10 secondi.
Visto che non esiste distinzione tra reale e digitale, questa regola vale ampiamente anche nei rapporti social: colleghiamo sempre il cervello alla mano e non pubblichiamo in preda a qualche istinto, ma prendiamo fiato…e contiamo fino a 10. Se non lo facciamo, rischieremo di finire come la stessa Saluzzi che ha chiesto scusa in tutti gli hashtag del mondo, inutilmente. Perché il tempo, ormai, era scaduto.

2) La “regola della nonna” in rete
Questa è la regola della nonna per eccellenza e recita così: se stai per pubblicare qualcosa di cui ti vergogneresti se lo vedesse tua nonna, il tuo capo o futuro datore di lavoro, allora molto probabilmente non è una buonissima idea pubblicarlo.
La regola, ovviamente, si collega alla precedente e a quei sacri 10 secondi nei quali devi chiederti se quel contenuto avrà delle conseguenze imbarazzanti sulla tua immagine. Ricordati che pentirsi sarà inutile, tanto quanto cancellare il post incriminato: lo screenshot non perdona e troverà tutte le strade possibili per arrivare dritto dritto a “tua nonna”.

3) La parola è d’argento…il silenzio è d’oro
Concludo con una vera e propria perla di #saggitudine, come direbbe il buon Rudy Bandiera: nella vita si può anche stare zitti.
Questo vale sempre, ormai lo avrai capito: vale nei rapporti faccia a faccia, dove il silenzio spesso spaventa e non viene capito, ma ovviamente vale anche in rete, dove non sei obbligato a postare se non hai niente di rilevante da condividere con gli altri.
Senza scimmiottare Nanni Moretti, le parole sono importanti: solo se sapremo usarle con intelligenza e senza il bisogno di “esserci a tutti i costi”, riusciremo ad apprezzarne sempre il valore e a non svalutarle mai.


E tu cosa pensi del “Saluzzi case”? Credi che le “regole della nonna” siano utili per una vita social lunga e felice?
Ti aspetto nei commenti! 😉 

Alessandra Toni

Ciao, sono Alessandra, ma chiamami Ale. Sono una redattrice editoriale, da sempre appassionata di storie e parole. Per anni ho scritto di web writing e comunicazione, oggi parlo di libri ed editoria con il nuovo percorso WeBook Road.

3 Comments

  1. Sono molto d’accordo con te: sul web valgono le stesse regole di comportamento che si apprezzano nella vita reale, con il plus che ciò che scrivi resta lì in eterno come un fagiolo indigesto, e parla di te. Non è solo una questione di rispetto per gli altri, ma alla fine anche rispetto per se stessi. Certe volte mi vengono dei commenti pungenti, ma mentre li scrivo sento il campanellino dell’alert: “WTF are you saying?”. Arrivo fino in fondo (eh, la cosa la devo pure dire!), poi cancello tutto e riformulo la frase in modo che non urti i sentimenti o le idee di nessuno. Sono sicura che riguardando quel primo commento, un domani, non sarei contenta di averlo postato.

  2. Hey che fine hai fatto Alessandra?
    Ho problemi di cache oppure è da un po’ che non esce un nuovo articolo?

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